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Mercoledì, 08 Aprile 2020 12:54

UN’ESPERIENZA INDIMENTICABILE

WOOOW, sono già passati sei mesi. E’ proprio vero che il tempo vola. Ormai siamo a metà aprile, eppure, mi sembra che il 6 di ottobre (data di partenza per Lipsia) fosse ieri mattina.

Sono stati mesi intensi, pieni di emozioni e sorprese. L’esperienza è andata bene, anzi, considerando il fatto che all’inizio non sapevo dire in tedesco nulla se non come mi chiamassi e da dove venissi… direi che è andata benissimo. Ovvio, la famiglia e gli amici mancavano, ci sono stati momenti difficili… però la mia grinta unita alla mia voglia di scoprire il mondo e un’altra cultura ha decisamente avuto la meglio sulla sfida che mi sono autoimposto. ‘’Voglio vedere come reagirò a questa sfida’’, scrissi nel primo articolo di presentazione. Adesso, le risposte le ho, l’esperienza l’ho vissuta fino in fondo. Già prima di partire sapevo che ci voleva molto fegato per fare una scelta del genere conoscendo la mia situazione. Adesso però, a esperienza conclusa, penso di essere stato proprio un pazzo, un pazzo che però ha fatto la scelta giusta e di cui non se ne pento minimamente, anzi, a maggior ragione, sono molto orgoglioso di me. Per esprimere meglio quello che voglio dire vi propongo questa frase di Erasmo da Rotterdam: ‘’Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia‘’

Mettendomi d’impegno e studiando ogni giorno a casa da autodidatta, ho cominciato a poter dialogare con i miei colleghi da inizio gennaio, senza seguire alcun corso; il corso è poi cominciato verso la metà di gennaio. Adesso magari alcuni pensano ‘’ Eh sì, ma trasferendosi in un altro paese la lingua è molto più facile da imparare...’’. A queste persone vorrei dire che anche parlare è facile, agire però non lo è sempre. Inoltre, posso affermare con certezza che adesso ho capito cosa intendesse il mio professore di lettere quando diceva che i tedeschi sono molto efficienti. La maggior parte delle persone, mentre lavora e incontra un problema, pensa subito a risolverlo, non come facciamo di solito noi, ovvero di rimandare sempre tutto al giorno dopo, il giorno dopo a quello dopo ancora… facendo così diventare il problema maggiore. Di sicuro, questo tipo di mentalità sarà utile per la mia carriera.


Per quanto riguarda l’università di Berlino, i miei piani sono cambiati. Questo non perché non mi piacerebbe più fare il professore d’inglese, ma perché purtroppo il corso di studio che frequenterei là non mi permetterebbe di fare il professore. E’ un peccato, però posso sempre studiare le materie del corso di mia iniziativa, perché l’interesse per il mondo angloamericano non è svanito. Quali sono allora adesso i miei piani? Voglio iscrivermi all’università e studiare sempre lingue e letterature straniere, senza però frequentare i corsi, in quanto, per avere maggiore indipendenza come a Lipsia, vorrei lavorare part time in ufficio, 30 ore a settimana invece che 40. Non sarà una passeggiata, ma so che se mi impegno ce la posso fare! Siamo capaci di fare molte più cose di quanto pensiamo… bisogna crederci, non arrendersi e avere un pizzico di passione per ciò che facciamo.

’Sono convinto che quest’età sia quella giusta per fare un’esperienza del genere e voglio prendermi un anno free per fare il punto della situazione su alcune cose’’ sono altre frasi che scrissi nell’articolo di presentazione. Come vedete, molti dubbi me li sono tolti. Oltre a ciò, sono cresciuto tantissimo dal punto di vista personale e anche sotto altri aspetti. Consiglierei a chiunque di fare un’esperienza del genere, vedrete che alla fine sarete fieri di ciò che avete fatto e di chi siete diventati. Esperienze del genere vi rafforzeranno, su questo potete starne certi. Non abbiate paura di perdere un anno di università: questa ‘’sindrome da università’’ come la chiamo io, ce l’abbiamo solo noi italiani; nel nord Europa non esiste.

Lipsia mi ha fatto conoscere delle persone meravigliose, a partire dai miei colleghi di lavoro, che erano gentilissimi e comprensivi con me, fino alle amicizie che ho stretto fuori dall’ambito lavorativo. Non vedo l’ora di incontrarli di nuovo, questa volta però in Italia: questo è il patto.

Un immenso grazie ad Apro Formazione, sia da me che da parte della mia famiglia, per aver creduto in me, per avermi permesso di partecipare a quest’esperienza unica e meravigliosa e per essere riusciti a farci tornare a casa nonostante ci fossero i problemi relativi ai voli a causa del Coronavirus e a tutte le altre problematiche ad esso legate. Un grazie di cuore a FAIRbund, per averci guidati a Lipsia, a tutti i miei colleghi di lavoro per la loro simpatia e comprensione e ai miei nuovi amici per il tempo passato insieme. Vielen herzlichen Dank!

Nikola

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