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Martedì, 16 Aprile 2019 10:24

VI RACCONTO IL MIO ERASMUS PRO #13

#ErasmusPro è il nuovo Erasmus pensato per promuovere esperienze di formazione professionale «di lunga durata». Grazie al progetto di APRO Formazione “WAVES – Sail towards your future”, Francesca, Carmen e Ludovica stanno vivendo il loro #ErasmusPro a Valencia per 6 mesi, da gennaio a luglio 2019. Ogni settimana, a turno, ci racconteranno come stanno vivendo questa esperienza.

Ciao a tutti,      

Il 12 aprile io, Carmen e Ludovica abbiamo festeggiato i 3 mesi di Erasmus.

Adesso che sono a metà percorso posso fare un bilancio più o meno completo di questa esperienza: come detto nel mio primo articolo, le paure prima di partire erano molte, ma quella che mi spaventava di più era di non riuscirmi ad ambientare e quindi stare male. In realtà è stato esattamente il contrario: fin dalla prima ora dall’arrivo essere lontana da casa, trovarmi in un paese completamente straniero e sentire/parlare una nuova lingua, non mi hanno assolutamente demoralizzato o messa a disagio.

Magari il mio prossimo articolo lo dedicherò a parlare di questo argomento; in questo invece vi parlo di una super gita che abbiamo fatto io e Carmen.

Sabato scorso durante le solite pulizie, mi è venuto alla mano il dépliant di una delle attrazioni valenziane che assolutamente non ci si deve perdere e ho pensato: “Perché non andarci? In fondo non ci sei ancora stata e sono passati quasi 3 mesi!” Così, il giorno dopo, preparati i panini e tutto l’occorrente, ci siamo incamminate: direzione BIOPARC!

Il Bioparc è uno zoo in cui gli animali non sono rinchiusi in gabbia, ma sono lasciati liberi di circolare in enormi spazi, riprodotti in modo simile al loro reale habitat naturale. Il biglietto d’ingresso è di 23.80 euro, ma all’interno c’è la possibilità di partecipare ad un sacco di attività completamente gratuite: basta solo trovarsi nel punto d’incontro all’ora stabilita e si può partecipare a quella attività.

Lo zoo è diviso in 4 aree:

- la prima area è il Madagascar. Si incontrano 6 diverse tipologie di lemuri, fenicotteri, la fossa (una specie di puma) ed i pellicani. La cosa più strana ma allo stesso tempo super divertente è stata che i lemuri erano proprio sopra la tua testa: mentre camminavi lungo il sentiero, c’era la possibilità (fortunata o sfortunata, a discrezione della persona haha) che un lemure ti cadesse in testa.

- la seconda è il Bosco equatoriale, dove si possono incontrare ippopotami pigmei, coccodrilli nani, sitatunghe, serpenti, lontre, leopardi, ragni, gru, un camaleonte e varie tipologie di scimmie e gorilla; vedere questi ultimi due animali dal vivo mi ha fatto rendere conto che sono nostri fratelli molto più di quanto crediamo: come le mamme tengono i cuccioli vicino al seno, come i più piccoli giocano fra di loro, come osservano sospettosi le cose che considerano nuove, come sono fanatici e si mettono in posa quando sentono di essere osservati, come si grattano la pancia, sono tutti comportamenti che non mi sarei mai aspettata di vedere in animali. In particolar modo, un gorilla si era messo seduto immobile su una roccia vicino al vetro di protezione e osservava con fare sospettoso noi umani: mi ha dato l’impressione che ci stesse studiando; questa cosa mi ha fatto sorridere perché è la stessa tecnica che uso io quando incontro persone che non mi piacciono e che considero misteriose: mi metto a studiare qualsiasi loro movimento e/o comportamento.

- la terza area è l’Ambiente umido, destinato agli animali che vivono in località umide: come il pellicano, la spatola africana, l’ippopotamo comune, il coccodrillo del Nilo, i pesci e gli anfibi. Sono rimasta particolarmente colpita da quest’ultimi perché erano piccoli come sassolini e avevano colori accesi (rosso, blu, giallo): in un’attività, la guida ha spiegato che il loro colore forte indica al predatore che sono anfibi velenosi, quindi che non gli conviene mangiarseli.

- infine l’ultima area è la Savana. Gli animali che vivono questo spazio sono quelli che ci vengono in mente appena si pensa all’Africa: ovvero serpenti, elefanti, dik-dik, antilopi, giraffe, ibis sacro, leone, mangusta, rinoceronte, zebre, struzzo, talpa, porcospino, oritteropo, volpi, fagoceri, iena e gazzella. Fra tutte le aree questa è quella che mi è piaciuta in assoluto, sia perché c’erano gli animali che volevo assolutamente vedere, sia per com’era disposta: la Savana era in posizione centrale ed era diviso in spazio verde e spazio sabbioso.

Fra gli animali e le persone non c’era nessuno tipo di separazione, infatti, a me e Carmen è capitato che, mentre ci stavamo facendo le foto, due giraffe si sono avvicinate a noi tanto da poterle toccare. Ovviamente, però, nelle zone in cui ci sono animali considerati pericolosi, le persone sono protette da una lastra di vetro.

L’intero zoo si visita in 3 ore, ma se si vuole fare le attività la gita si allungherà di qualche ora, in base a quante attività volete prendere parte e a quanto c’è da aspettare affinché inizi: la mia gita al Bioparc è durata ben 7 ore! Questo perché ho preso parte a due attività: l’esibizione di alcuni animali e l’esplorazione. L’esibizione si teneva nell’anfiteatro dello zoo e consisteva in una rappresentazione di 25 minuti del comportamento naturale di alcuni animali: la cosa che mi ha incantato è stata che gli animali uscivano da qualsiasi parte, quando meno te lo aspettavi.

L’esplorazione, invece, consisteva in un percorso in cui la guida spiegava in maniera approfondita le caratteristiche di alcuni animali: ad esempio i coccodrilli, essendo animali a sangue freddo, hanno bisogno di stare per molto tempo al sole e regolano la loro temperatura interna stando con la bocca aperta anche per 3 ore. Un’altra cosa che ho scoperto è che gli ippopotami, in realtà, sono animali pericolosi!

Inizialmente quando chiedevo informazioni sul Bioparc, le persone me lo sconsigliavano. Io invece lo consiglierei come visita obbligatoria se si viene a Valencia (a seconda del numero dei giorni di permanenza), insieme alla visita della Città delle arti e della Scienza: credo che sia un modo diverso e interessante di passare delle ore e in più perché si ha la percezione di essere in Africa!

Un’ultima cosa che ho trovato assolutamente carina è stata la disposizione delle aree: il sentiero si snodava intorno all’area, perciò gli animali potevano essere visti da più parti; questo è un bene, perché spesso ci siamo trovati davanti un sacco di persone e, essendo “alta” 1 metro e un Vigorsol, riuscivo a vedere niente! :)

Os doy cita al proximo articulo, y os envio un monton de besitos y abrazitos!

Hasta luego,

Francesca 

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